Albert Adrià, uno dei più grandi innovatori della cucina spagnola, ha stupito il mondo gastronomico con il suo Crystal Bread (Pane di Cristallo). Questo pane unico, che sembra un pezzo di vetro trasparente, è stato creato nel 2019 e rappresenta un’evoluzione straordinaria nel campo della panificazione. La Storia del Crystal Bread Il Crystal Bread è nato dall’idea di unire la tradizione del pane con l’innovazione culinaria. Adrià, noto per il suo lavoro al famoso ristorante El Bulli, ha sempre cercato di sconvolgere le aspettative dei suoi clienti con creazioni sorprendenti e innovative. Il Crystal Bread non fa eccezione: è un pane croccante e arioso, fatto con pochi ingredienti, tra cui acqua, fecola di patate e kuzu. Cos’è il Kuzu? Il kuzu è una polvere derivata dalle radici della pianta di kudzu (Pueraria lobata), una pianta rampicante originaria del Giappone. È una polvere gelatinosa utilizzata in cucina per addensare salse e dolci. Il kuzu è noto per le sue proprietà nutritive e le sue capacità di gelificazione, rendendolo un ingrediente ideale per creare texture uniche nei cibi. La Creazione del Crystal Bread Per creare il Crystal Bread, Adrià ha utilizzato il kuzu per ottenere una consistenza trasparente e leggera. Il processo prevede la miscelazione di acqua, fecola di patate e kuzu, seguita da un passaggio in forno che dà vita a questo pane sorprendente. Il risultato è un pane che sembra fatto di cristallo, con una croccantezza e una leggerezza incredibili. Il Successo del Crystal Bread Il Crystal Bread ha riscosso un grande successo tra i cuochi e i gourmet di tutto il mondo. La sua presentazione visiva e la sua consistenza unica lo rendono un piatto iconico della cucina moderna. Inoltre, ha ispirato una sfida online chiamata “Crystal Bread Challenge”, in cui chef e cuochi amatoriali competono per creare la loro versione di questo pane di cristallo ed ecco la mia interpretazione.
Monteruscello Fest 2024: Accendi la tua Fiamma di Solidarietà
Il 9 e 10 settembre, Monteruscello si trasformerà in un vivace centro di arte, cultura e gastronomia con la terza edizione del Monteruscello Fest. Questo evento annuale, è dedicato alla solidarietà e alla valorizzazione del territorio, con un focus particolare sulla promozione della ricerca sulle malattie genetiche rare. Un Evento di Solidarietà e Gastronomia Il Monteruscello Fest 2024, con il tema “Light Your Fire”, invita tutti i partecipanti ad accendere la fiamma della solidarietà nei loro cuori. Durante il festival, illustri chef, pizzaioli, pasticceri e altri professionisti della gastronomia offriranno agli ospiti un’esperienza culinaria unica, presentando creazioni di alta qualità. Grazie alla partnership con UniCredit, il festival si impegna a fare una differenza tangibile per la comunità locale, promuovendo progetti concreti per il miglioramento della qualità della vita. Il Progetto Telethon Un aspetto centrale del Monteruscello Fest è il suo impegno nella ricerca per le malattie senza diagnosi, in collaborazione con Telethon. I partecipanti sono invitati a donare attraverso i biglietti o tramite lo shop online, contribuendo a finanziare la ricerca e offrendo una luce di speranza a chi vive nell’incertezza. Un Inno alla Rinascita Il Monteruscello Fest mira a promuovere il territorio e a sostenere la sua crescita sociale. Gli organizzatori, sottolineano l’importanza di trasformare Monteruscello in un luogo di sviluppo imprenditoriale e culturale. Un Programma Ricco di Novità Quest’anno, il festival promette tantissime novità che saranno svelate a inizio settembre. I biglietti sono già disponibili sul sito ufficiale del Monteruscello Fest. Non perdete l’opportunità di partecipare a questo evento straordinario, dove la passione per il cibo si unisce alla generosità per fare la differenza nella vita di coloro che ne hanno bisogno. Inoltre, non perdete l’occasione di incontrare l’Impastologo e di poter vedere la maglia autografata da tutti i più grandi maestri dell’arte bianca.
Tre Giorni tra Maestri dell’Arte Bianca alla Fiera TuttoPizza: Il Resoconto dell’impastologo
Il blog Impastologo ha seguito da vicino la fiera TuttoPizza 2024, tenutasi dal 20 al 22 maggio presso la Mostra d’Oltremare di Napoli. Questo evento straordinario, giunto alla sua settima edizione, è un punto di riferimento per tutti coloro che operano nel mondo della pizza, riunendo i migliori maestri dell’arte bianca, produttori di attrezzature e appassionati del settore. L’Esperienza alla Fiera La settima edizione di TuttoPizza si è rivelata un vero e proprio paradiso per chi ama la pizza e il pane. La fiera ha offerto una vasta gamma di attività, dai seminari alle masterclass, passando per competizioni culinarie di alto livello. Tra i momenti salienti, c’è stata la competizione a squadre “TuttoPizza”, che ha visto team di pizzaioli sfidarsi in prove di abilità e creatività. Gli Incontri con i Maestri Durante la fiera, alcuni dei più rinomati pizzaioli e panettieri hanno condiviso le loro competenze e innovazioni. Gino Sorbillo ha stupito tutti con la sua innovativa pizza margherita all’ananas, una provocazione che ha fatto discutere e divertito i presenti. La fiera ha visto la partecipazione di maestri come Carmine Pellone, Stefano De Martino, Angelo Tramontano, Michela Carbone, Fabio Di Giovanni, Raffaele Bonetta e il Maestro Pasticciere Alessandro Slama. Anche i ragazzi di Malati di Pizza hanno arricchito l’evento con la loro presenza e competenze. La Presenza dei Pizza Lovers Un momento di particolare rilievo è stato l’opportunità per l’Associazione Nazionale Pizza Lovers, ovvero amatoriali della pizza, di essere presente ad un evento di tale caratura. In questi tre giorni, migliaia di persone hanno assaggiato i loro prodotti e li hanno visti all’opera e hanno ricevuto numerosi attestati di stima. Nel primo giorno, lo stand dei Pizza Lovers ha avuto l’onore della visita del Presidente Nazionale di CNA, Dario Costantini, insieme al Presidente di CNA Campania Nord, Vincenzo Santo, e al segretario generale Francesco Geremia. Hanno assaggiato con curiosità ed entusiasmo la pizza “Voglia d’Estate”, preparata dal Presidente dell’associazione Pasqualino Lenzuolo e nel secondo giorno di fiera, l’associazione Pizza Lovers ha partecipato al campionato dedicato ai professionisti. L’associazione Pizza Lovers non si culla sugli allori e già guarda avanti al suo primo contest online, una competizione gratuita con diversi premi in palio. Per rimanere aggiornati, seguite i loro canali social oppure visitate https://www.associazionenazionalepizzalovers.org/ Novità e Tendenze La fiera di quest’anno ha riservato ampio spazio anche al mondo della panificazione, con una nuova area dedicata chiamata TuttoPane. Qui, esperti della panificazione hanno condiviso le loro conoscenze e innovazioni. Inoltre, il Museo della Pizza ha presentato nuove installazioni, tra cui un’esposizione dedicata ai cartoni della pizza e alle divise dei pizzaioli, tracciando l’evoluzione di questi elementi iconici. Un’Occasione Imperdibile Partecipare a TuttoPizza è stato un viaggio emozionante nel cuore della tradizione e dell’innovazione culinaria. Sono emerse nuove tecniche, sono state assaggiate pizze straordinarie e, soprattutto, è stata condivisa la passione con tanti altri professionisti e appassionati. Questo evento è un appuntamento imperdibile per chiunque ami la pizza.
Il Lievito Madre: Un Compagno Antico nella Panificazione Moderna
Il lievito madre, conosciuto anche come pasta madre o lievito naturale, è un ingrediente fondamentale nella panificazione tradizionale. Non è solo un agente lievitante, ma un vero e proprio simbolo di un’arte culinaria che si tramanda da secoli. Creazione e Nutrimento La creazione del lievito madre è un processo semplice ma ricco di soddisfazioni. Inizia con l’unione di acqua e farina, che, lasciate fermentare, danno vita a una coltura di lieviti e batteri lattici. Questi microrganismi sono i veri artefici della magia del lievito madre, responsabili non solo della lievitazione ma anche del sapore caratteristico del pane. Il Primo Rinfresco Dopo i primi giorni di fermentazione, il lievito madre richiede un “rinfresco”, un processo di nutrimento che assicura la sua crescita e vitalità. Si rimuove una parte del lievito, si aggiunge nuova farina e acqua, e si impasta fino a ottenere un composto omogeneo. Questo passaggio è cruciale per mantenere il lievito attivo e pronto per la panificazione. Conservazione e Riattivazione Una volta maturo, il lievito madre può essere conservato in frigorifero, dove richiederà rinfreschi meno frequenti. Quando si desidera utilizzarlo, è necessario riattivarlo con un rinfresco a temperatura ambiente, permettendogli di raddoppiare di volume prima dell’uso. Un’eredità da Coltivare Il lievito madre non è solo un ingrediente, è un’eredità. Ogni lievito madre è unico, riflettendo le caratteristiche dell’ambiente in cui vive e delle mani che lo curano. Coltivare il proprio lievito madre significa partecipare a una tradizione millenaria, creando qualcosa di personale e condivisibile. Il lievito madre ci insegna pazienza, cura e rispetto per i tempi della natura. È un invito a rallentare e a godere del processo tanto quanto del prodotto finito. Che tu sia un panificatore esperto o un principiante, il lievito madre è un compagno di viaggio che arricchisce ogni esperienza in cucina.
Casatiello vs Tortano: Una Tradizione Culinarie Napoletana
La cucina napoletana è famosa per la sua ricchezza e varietà, soprattutto quando si tratta di piatti tradizionali legati alle festività. Due delle pietanze più emblematiche di questa tradizione sono il Casatiello e il Tortano, due lievitati salati che, nonostante le apparenze simili, nascondono differenze sostanziali sia nella preparazione che nella storia. Origini e Storia Il Casatiello è un pane ricco e saporito, la cui prima definizione risale al vocabolario Napoletano-Italiano di Raffaele D’Ambra del 1873. D’Ambra descrive il Casatiello come un pane condito con sugna o strutto e pepe, avvolto in forma di grossa ciambella, con uova intere, mezzo incavate nell’impasto e ricoperte in cima da fettucce sistemate a croce. Questa descrizione non solo ci offre un’immagine chiara del piatto ma sottolinea anche l’importanza simbolica delle uova e della loro disposizione, che richiama la corona di spine di Gesù. Al contrario, il Tortano, spesso considerato il “cugino ricco” del Casatiello, non ha una definizione storica altrettanto precisa. Tuttavia, si sa che il Tortano è anch’esso un lievitato salato, ma si distingue per la presenza di salumi nel suo ripieno, in particolare il salame napoletano, e per la sua crosta liscia senza uova in superficie. Una curiosità che circonda il Tortano è l’origine del suo nome. Una teoria suggerisce che il nome “Tortano” derivi da “torta-no”, indicando che, nonostante la sua forma possa ricordare quella di una torta, il Tortano è in realtà un lievitato salato molto più ricco e complesso e la sua forma a ciambella nasce da più cordoni di pasta prima arrotolati e poi attorcigliati tra loro. Questa spiegazione, sebbene affascinante, non convince tutti gli studiosi e rimane una delle tante ipotesi legate alla ricca storia culinaria di Napoli. Differenze nella Preparazione A livello di ingredienti, il Casatiello si caratterizza per l’abbondante uso di formaggio, in particolare pecorino e parmigiano, mescolato con pepe e cicoli di maiale, oltre che la sugna. Il nome stesso “Casatiello” deriva dal latino “caseum”, che significa formaggio. Il Tortano, invece, pur condividendo alcuni ingredienti con il Casatiello, come la farina, lo strutto e il pepe, si arricchisce di salumi vari, che ne fanno un piatto più sostanzioso e variegato nel gusto. Simbolismo e Tradizione Entrambi i piatti sono profondamente legati alla tradizione pasquale e ai simboli della rinascita e della resurrezione. Le uova, in particolare, rappresentano la vita nuova e la speranza, mentre il pane simboleggia il corpo di Cristo. La forma a ciambella di entrambi i lievitati è un richiamo alla corona di spine, un simbolo della Passione di Cristo che si trasforma in un gesto di condivisione e celebrazione durante la festa di Pasqua. Curiosità Una curiosità legata al Casatiello è la sua possibile origine romana. Si ritiene che l’antenato di questo lievitato fosse preparato in onore di Cerere, la dea della fertilità, per celebrare l’arrivo della primavera e augurare prosperità nei campi. In conclusione, Casatiello e Tortano sono molto più di semplici pietanze: sono espressioni di una cultura e di una storia che si tramandano attraverso i sapori e i gesti di chi li prepara, mantenendo viva una tradizione che affonda le radici nel cuore dell’identità napoletana.
I Prefermenti
I prefermenti pizza sono degli impasti di acqua, farina, lievito e sale lasciati fermentare a temperatura controllata per un periodo di tempo prima di essere utilizzati per preparare un impasto di pizza. Lasciando fermentare gli ingredienti a temperature specifiche, si ottengono delle caratteristiche uniche nell’impasto finale di pizza come maggiore lievitazione, migliore digeribilità, aromi particolari. I prefermenti più comuni per la pizza sono la biga e il poolish. La biga è un impasto solido e compatto, con poca acqua. Si ottiene mescolando farina, lievito e acqua a temperatura ambiente (16-18°C). La biga conferisce all’impasto finale crosta fragrante e mollica soffice. Il poolish è un impasto liquido e molto liquido, composto da una parte di farina e una parte di acqua a temperatura ambiente. Il poolish rende l’impasto estremamente soffice e digeribile, con aromi di lievito ben percepibili. Per preparare i prefermenti e utilizzarli nell’impasto di pizza si possono seguire due metodi: Il metodo diretto: si uniscono subito tutti gli ingredienti (farina, lievito, sale, olio, acqua) per preparare l’impasto a temperatura ambiente. È veloce ma l’impasto lievita e si arricchisce di aromi in modo minore. Il metodo indiretto: si prepara prima il prefermento (biga o poolish) a temperatura ambiente, poi si aggiunge all’impasto insieme al resto degli ingredienti (farina, lievito, sale, olio, acqua) a temperatura ambiente. Questo metodo richiede più tempo ma dona all’impasto e alla pizza caratteristiche organolettiche superiori. In conclusione, utilizzare i prefermenti permette di ottenere una pizza con caratteristiche uniche sia nell’aspetto che nel gusto. Bisogna però considerare il tempo a disposizione, le proprie attrezzature e le temperature di fermentazione per decidere se utilizzare il metodo diretto o indiretto. Buona fortuna e buona pizza!